È l’amore che ci guida in ogni scelta: nelle vigne che coltiviamo, nelle cantine dove maturano i vini, nelle campagne dove abitiamo, sui bricchi dove nei giorni di sole d’inverno andiamo a camminare con i nostri bambini.
Siamo produttori di vino dal 1937. Nel corso degli ultimi vent’anni abbiamo intrapreso un viaggio per rendere più sostenibile per l’ambiente la nostra agricoltura, che ci ha portato a ottenere la certificazione biologica nel 2015.
Insieme a Enrico Crippa, chef, siamo i soci fondatori del ristorante Piazza Duomo, primo tre stelle Michelin in Piemonte.
Siamo mecenati delle arti, produttori di torrone, narratori di storie, venditori di vino.
Siamo animati da una curiosità eclettica che non conosce confini, ma c’è sempre un metodo nella nostra follia: tutto è nel nome delle Langhe.
L’azienda vinicola Ceretto nacque negli anni ‘30 del Novecento: Riccardo Ceretto, che non possedeva vigneti, vinificava comprando uve altrui. La svolta coincise con l’ingresso in azienda dei figli Bruno e Marcello, che portavano con sé un pensiero innovativo per l’epoca: l’importanza della terra.
Negli anni ‘60 Bruno e Marcello cominciarono a mappare i terreni da cui venivano i vini migliori, e ad acquistare i vigneti. Dalla terra non si sarebbero più allontanati.
Così ci prepariamo al futuro: la nostra famiglia è un gruppo con una visione condivisa, che prende decisioni collegiali, guidate dal rispetto per la competenza: diamo gli strumenti a chi ha un contributo da dare - all’azienda, e al territorio - per affermare la sua visione.
Il vino, il buon cibo, la storia, la tradizione e la cultura sono i punti cardine del nostro territorio.
La nostra famiglia ha voluto dar voce a tutti questi aspetti, iniziando dal vino e poi crescendo, negli anni, attraverso iniziative culturali e gastronomiche innovative e di successo.
Scopri tutti i nostri progetti e vieni a farci visita, per vivere un’esperienza Ceretto a 360°.
Quando nei primi anni 2000 Alessandro Ceretto, terza generazione della nostra famiglia, entra in azienda fresco di scuola enologica e di anni di esperienza nelle cantine di mezzo mondo, dall’Australia alla California, passando per la Francia e il Sud Africa, si accorge che fatica a mettere a fuoco il terroir delle sue Langhe, a vederlo emergere nel vino. Col tempo - e grazie alla strada aperta soprattutto da produttori francesi d’avanguardia come Pierre Overnoy in Jura e Nicolas Joly in Loira - si consolida in lui l’idea che per capire le caratteristiche del terroir sia necessario limitare l’impatto dell’uomo. In poche parole, rinunciare a buona parte delle lezioni di enologia mandate a memoria fino a quel momento: la scuola forniva ricette, ma queste sono per definizione in antitesi con il terroir, che è sempre unico.
Seguire le ricette dell’enologia garantisce di arrivare a vini corretti e standardizzati, ma Alessandro si convince che questa non è la via da percorrere. Comincia a lavorare di sottrazione: nel 2008 avvia la sperimentazione in cui fermenta i cru (preferiamo il loro nome langarolo, però: i bricchi, le nostre vigne in cima alle colline) senza lieviti selezionati, consolidando nel tempo un metodo che consiste nell’avviare la fermentazione grazie a un pied de cuve. Questo metodo ha un secondo vantaggio: la durata della fermentazione e della macerazione sulle bucce combacia perfettamente - circa 20 giorni - e il mosto resta naturalmente protetto dall’anidride carbonica sviluppata dalla fermentazione.
Inoltre, negli ultimi venti anni, in cantina abbiamo utilizzato sempre meno il legno nuovo - cioè botti che non abbiano mai contenuto vino. La logica è la stessa che ha guidato le altre scelte, cioè intervenire il meno possibile: la peculiarità di ogni vino è il suo profumo, che gli aromi e il tannino del legno nuovo coprono.
Solo un'intima connessione con la nostra terra ci permette di modellarla nel rispetto della sua unicità e preziosità. Il nostro operato e le nostre scelte da sempre si fondano sui valori di rispetto e sostenibilità.
Dal 2010 ad oggi tutti i nostri vigneti sono stati convertiti ad agricoltura biologica. Una scelta rivoluzionaria che cambia radicalmente i metodi di conduzione dei vigneti, volta ad un maggiore rispetto del suolo, delle uve e dell'uomo.