Storie

Bruno e Marcello Ceretto hanno sempre amato parlare di vino prendendolo alla lontana: non (solo) in modo tecnico, con il lessico e la mentalità del sommelier, ma di cultura del vino, e del cibo.
Negli anni ‘80, l’interesse del pubblico per questi temi era ancora limitato, l’editoria gastronomica una nicchia, e la distanza tra i contadini e il mondo della cultura era siderale. Giornalisti e scrittori, che Bruno e Marcello invitavano nelle Langhe a presentare i loro libri, sembravano alieni calati nella nostra realtà agricola quotidiana. Ma grazie al legame con Arcigola, che sarebbe poi diventata Slow Food, nacque un premio letterario - chiamato Premio Langhe Ceretto - con l’ambizione di valorizzare il discorso sul cibo. Dopo 10 anni, sopravvenne la sensazione che il Premio avesse fatto il suo tempo, complice un panorama ancora abbastanza ristretto, in cui l’editoria gastronomica era affare di pochi. Ma dal primo evento culturale che abbiamo promosso avevamo nel frattempo imparato molto: a livello operativo, a realizzare iniziative come questa; ma soprattutto ci era diventato chiaro come la cultura potesse arricchire la narrazione del vino, e del nostro abitare le Langhe.